1.160.000,00 € DI RISARCIMENTO IN FAVORE DEGLI EREDI PER DECESSO DA IPOSSIGENAZIONE IN CORSO DI INTERVENTO
Il 30/11/2009 la Sig.ra G. effettuava, dietro prescrizione medica, TAC total body e PET che evidenziavano neoformazione polmonare sinistra di natura benigna. Alla luce di quanto innanzi, il 16/1/2010 la stessa si ricoverava presso l’Ospedale M. di N., con diagnosi d’ingresso di “neoplasia lobo inferiore del polmone sinistro”, per eseguire terapia chirurgica. Occorre evidenziare che, nella scheda anestesiologica pre-operatoria, il peso corporeo della paziente veniva dapprima riportato correttamente (Kg. 95), e successivamente inspiegabilmente modificato per eccesso (Kg. 125)- come si evince chiaramente dall’osservazione di tale dato in cartella clinica. In data 19/1/2010, la Sig.ra G. entrava in sala operatoria per sottoporsi ad intervento di “segmentectomia tipica del lobo inferiore del polmone sinistro + linfoadenectomia stz. 9”. Nel corso dell’anzidetto intervento, si verificavano complicazioni nell’intubazione della paziente, che procuravano grave ipossigenazione. Una volta terminata l’operazione, la Sig.ra G. veniva trasferita presso il reparto di Terapia Intensiva, ove decedeva nelle prime ore del mattino successivo.
700.000,00 € DI RISARCIMENTO PER PERITONITE IN SEGUITO A COLECISTECTOMIA
Il 13/6/2012, il Sig. P. si ricoverava, con diagnosi di “Litiasi della colecisti”, presso l’Ospedale di N., venendo in pari data sottoposto ad intervento di “Colecistectomia laparoscopica”. Dall’anzidetto trattamento chirurgico esitava una fistola intestinale, attesa la quale, nella stessa giornata, si rendeva necessario reintervenire chirurgicamente per via laparotomica. Nell’immediato post-operatorio, tuttavia, si verificava il rilascio di liquor siero-ematico/fecaloide dai drenaggi, e pertanto, il 18/6/2012, i sanitari del nosocomio in oggetto procedevano ad ulteriore intervento di relaparotomia, resezione ileale e confezionamento di ileostomia terminale, con esiti ulteriormente peggiorativi. Nei giorni successivi si riscontrava, infatti, peritonite da versamento e significativo rialzo dei globuli bianchi, con iperpiressia e concreto rischio di shock settico. Per tali motivi, ed alla luce dell’inefficacia delle cure fino ad allora ricevute, i familiari del paziente, in data 6/7/2012, optavano per il trasferimento presso altro ente ospedaliero, ove il Sig. P. giungeva in condizioni assai critiche, anche in ragione di infezioni nosocomiali contratte nel corso del precedente ricovero. Attualmente, il paziente è portatore di PICC a sinistra, colostomia a destra permanente ed insufficienza renale cronica.
1.019.896,80 € DI RISARCIMENTO IN FAVORE DEGLI EREDI PER CADUTA DALLA BARELLA E TARDIVA DIAGNOSI DI EMORRAGIA
Il caso riguarda la signora Filomena, una donna di 63 anni, deceduta nel 2013 dopo il ricovero presso un ospedale di Bari per una colecistectomia. La degenza è stata molto complicata e aggravata da una caduta dalla barella, dove Filomena era stata sistemata per mancanza di letti. Nascono da qui tutta una serie complicanze che hanno portato al decesso della donna, dopo pochi giorni dall’operazione. I familiari, marito e tre figli, si sono rivolti a Iuremed per ottenere un giusto risarcimento per il danno subito che, con il nostro aiuto, hanno ottenuto. Filomena è ricoverata presso il nosocomio barese con un quadro sintomatologico non troppo specifico ma con una diagnosi di litiasi biliare. L’ospedale però è al competo, non ci sono posti letto liberi, così la donna accetta di essere sistemata temporaneamente su una barella. Durante la degenza però cade a terra, ma i clinici non prestano la dovuta attenzione all’evento. Il giorno successivo alla caduta, infatti, il quadro clinico di Filomena si aggrava. L’Rx torace evidenzia un sollevamento dell’emidiaframma destro (che si verifica quando una delle due metà del diaframma, destro o sinistro, è posizionata a un livello più alto rispetto all’altra) e un peggioramento complessivo dello stato di salute, soprattutto a carico dell’apparato cardiaco. Nei giorni successivi, nonostante la caduta e un evidente stato di prostrazione fisica, Filomena non è sottoposta a nessun esame strumentale prima dell’operazione chirurgica per colecistectomia. L’intervento è in laparoscopia ma per il sopraggiungere di un sanguinamento in addome, nello specifico una raccolta di sangue nell’ipocondrio destro (la parte superiore e laterale della cavità addominale) di circa 30 cm di diametro, si opta per la tecnica “open”. Concluso l’intervento, le condizioni di Filomena appaiono fin da subito piuttosto critiche e dopo pochi giorni la donna muore. Il Tribunale, dopo aver valutato tutte le informazioni, compresa la CTU, ha stabilito un risarcimento complessivo pari a euro 1.019.896.80.
500.000,00 € DI RISARCIMENTO PER FISTOLA LIQUORALE IN SEGUITO AD ASPORTAZIONE DI MENINGIOMA
In data 13/5/2008, attesa la comparsa di disturbi visivi, la Sig.ra R. si sottoponeva a risonanza magnetica che evidenziava la presenza di un meningioma angioplastico retrostante rispetto all’occhio sinistro. Rebus sic stantibus, la paziente si ricoverava, dal 6/8/2008 al 6/9/2008, presso l’U.O. di Neurochirurgia dell’Ospedale di L., con diagnosi di ingresso di “neoplasia cerebrale”. In tale sede, il 6/8/2008, la paziente veniva sottoposta ad intervento di “craniotomia frontale bilaterale, asportazione microchirurgica e decompressione ossea basale”. Benché gli accertamenti strumentali post-operatori denunciassero la persistenza della neoformazione della fossa cranica anteriore e della cavità orbitaria, la paziente veniva dimessa senza indugio con la sola prescrizione di terapia farmacologica. Il controllo RMN del 13/12/2008, praticato presso l’Ospedale di L., evidenziava un quadro clinico deteriore rispetto al precedente rilievo, caratterizzato da “Incremento volumetrico della lesione espansa già trattata chirurgicamente ed occupante gran parte della fossa cranica anteriore sinistra”. Il 16/3/2009, la Sig.ra R. effettuava nuova TAC che riscontrava “pneumoencefalo con quota area subdurale ed a livello del cono frontale del ventricolo laterale destro”. Successivamente, la paziente praticava ulteriori approfondimenti diagnostici, che rilevavano la presenza in situ di una fistola liquorale ed un’ aumentata falda aerea subdurale in corrispondenza del lembo osseo di craniotomia.